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Non solo cani e gatti. Gli italiani impazziscono anche per i pesci

La passione per i pet esplode anche con i pesci ornamentali: nelle
case italiane sono ben 29,9 milioni, e il valore complessivo del mercato   stimato
fra i 18 e i 20 miliardi di dollari.

In un tempo lontano i pesci ornamentali erano un vero e proprio lusso: un vezzo esclusivo per i pochi che, dall’alto della loro ricchezza, potevano godere del lento nuotare dei loro amici acquatici. Ma ad oggi le cose sono decisamente cambiate: l’acquariofilia è esplosa ed è alla portata di tutti, anche – e soprattutto – qui in Italia.

Se pensavate che i nostri pet owner impazzissero solamente per i classici cani e gatti, allora, dovrete ricredervi: nella case italiane i pesci sono ben 29,9 milioni, e i loro amanti non si stancano mai di osservarli danzare. È per questo motivo che, fra i veterinari, qualcuno ha già deciso di iniziare a specializzarsi nel settore.

Uno dei più conosciuti è Marcello Balzaretti, che si occupa esclusivamente di pesci ornamentali. Come lo stesso ha detto in un post pubblicato sulla sua pagina Instagram @il_veterinario_dei_pesci, osservarli attentamente può aiutare i padroni ad individuare le alterazioni del loro stato di salute, e a cercare le così le eventuali cause dei disturbi. La specializzazione di Balzaretti è stata vista di buon occhio, e anche la stampa non ha potuto far a meno di notarlo. Ma parliamo ancora del mercato: l’acquariologia è un settore florido, con una domanda in continua crescita e una clientela specializzata, disposta a spendere anche somme estremamente elevate.

Tali considerazioni sono dimostrate dai dati: ad oggi il mercato dei pesci d’acquario si estende per più di 125 nazioni con una compravendita che investe ben 2500 specie animali; il commercio al dettaglio delle specie acquatiche ornamentali ha superato i 10 miliardi di dollari – con una crescita annua stimata pari al 10% ogni anno – e il valore totale del mercato è stimato tra i 18 e i 20 miliardi di dollari

. Il più grande mercato acquatico è rappresentato dall’Unione Europea, e il suo valore è correlato all’intera catena, dal capo (gli allevatori), passando per gli anelli intermedi (l’importatore), fino alla coda (l’acquirente finale). Durante tale processo, infatti, il prezzo finale dei pesci ornamentali è soggetto ad un aumento del 300% rispetto al costo iniziale.

Per la Ornamental Fish International (OFI) – l’associazione di categoria che rappresenta gli operatori del settore – la stabilizzazione del mercato ornamentale avrebbe stimolato lo sviluppo di molti piccoli allevamenti familiari e commerciali, che hanno contribuito a creare occupazione e reddito anche nei paesi con economie povere. Nel nostro attuale mercato, contraddistinto da crisi economiche e da un indice di disoccupazione elevato, è importante competere nelle nicchie che ancora non risentono della ridotta capacità di acquisto dei consumatori.

Quella delle specie acquatiche ornamentali è, senza dubbio, una di queste. In questo settore le opportunità di business sono concrete, soprattutto nei paesi europei, avvantaggiati dalle loro condizioni climatiche più stabili rispetto a quelle di Sudamerica e Asia.

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